mercoledì 5 novembre 2008

Breve commento sui Quatre Motets sur des thèmes grégoriens pour choeur a capella, Op. 10 di Maurice Duruflé

Quatre Motets sur des thèmes grégoriens pour choeur a capella, Op. 10
(dédiés à Auguste le Guennant) 1960
1° audition le 4 mai 1961 par la Chorale Stéphane Caillat à Paris, église St Merry.
Editions Durand 1960

Come compositore, Duruflé ( 1902 - 1986 ) fu estremamente autocritico, pubblicò solo pochi lavori che spesso continuò a modificare anche dopo la pubblicazione. Come aveva già fatto nella sua più importante opera, il Requiem op.9, anche nell’op.10 Duruflé compone basandosi su delle originali melodie gregoriane. In questi quattro brevi mottetti egli dimostra la sua grande capacità di coniugare il carattere intimo e spirituale del canto gregoriano con il contesto polifonico, mantenendo un’elasticità ritmica in grado di dare forza alla caratterizzazione del testo. I testi utilizzati sono destinati a particolari occasioni dell’anno liturgico.

I. Ubi caritas 
E’ un testo cantato durante il rito della lavanda dei piedi al Giovedi Santo. La melodia originale gregoriana è inizialmente cantata dell’alto. Il suo libero fluire ritmico è armonizzato, in un’atmosfera meditativa, con un semplice accompagnamento sillabico dalle altre voci. 



II. Tota pulchra es, Maria
Si tratta di un testo, in onore della madre di Cristo, che viene particolarmente utilizzato per la festa di Maria Assunta. È un dolce canto lirico per tre voci femminili, di carattere leggero e vivace.



III. Tu es Petrus 
E’ un breve mottetto per il giorno di San Pietro. In questo testo, molto importante per la Chiesa cattolica, si proclama il primato di Pietro, quale roccia su cui è costruita tutta la Chiesa romana, centro della cristianità. Questo carattere solenne lo si può riscontrare formalmente nella costruzione iniziale del mottetto canonico, dove il tema è inserito in una struttura polifonico-imitativa molto stretta e nella forte e robusta cadenza finale.



IV. Tantum ergo sacramentum 
Questo ultimo mottetto ci riporta allo stile meditativo e nostalgico che caratterizza molti momenti del Requiem; è un inno cantato in adorazione del Sacramento della Benedizione, in particolare per la festa del Corpus Domini. Il tema alla parte dell’alto è seguito canonicamente nel tenore da un versione fiorita del tema stesso. La conclusione «Amen» risolve come un sospiro sull’intero gruppo di mottetti.


In questo articolo non mi sono occupato del giudizio sulle interpretazioni riportate, sarebbe interessante fare una comparazione delle varie versioni presenti in rete..... ci penserò..

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