lunedì 30 marzo 2009

Samuel Barber - Adagio per archi/Agnus Dei

L'adagio per archi di Samuel Barber (Born March 9, 1910, in West Chester, Pennsylvania; died January 23, 1981, in New York), è la sua più famosa ed eseguita opera. Si tratta di un arrangiamento dello stesso Barber del secondo movimento del suo Quartetto per archi n. 1 op. 11, composto nel 1936. Nel maggio di quell’anno egli scrisse al suo amico Orlando Cole violoncellista del Curtis String Quartet: “I have vague quartettish rumblings in my innards and need a bit of celestial Ex Lax to restore my equilibrium; there is nothing to do but get at it, and I will send the excrements to you by registered mail but no, I could continue with this figure into the realm of indecency…”. Barber, in soggiorno estivo sulle Alpi fece lenti progressi in quella impegnativa forma musicale che è il quartetto per archi. Nel settembre scrisse ancora a Cole: “I have just finished the slow movement of my quartet today it is a knockout! Now for a Finale.” Ma la fine del lavoro gli procurò ancora non pochi problemi ed il quartetto non fu pronto in tempo per il tour europeo del Curtis String Quartet, così la prima esecuzione fu rimandata, e avvenne il 14 dicembre a Roma da parte del Pro Arte Quartet. Barber però non era ancora soddisfatto del suo lavoro, (soprattutto dell’ultimo movimento) ed il quartetto raggiunse la sua forma definitiva solo nel gennaio 1943 quando il Quartetto Budapest eseguì la versione che conosciamo oggi presso la Biblioteca del Congresso. Nel frattempo egli trascrisse il secondo movimento per orchestra, e questa trascrizione fu eseguita per la prima volta da Arturo Toscanini con l'orchestra sinfonica della NBC il 5 novembre 1938 a New York, e trasmessa via radio a milioni di americani, diventando presto una delle composizione del 900 più popolari. In seguito fu anche eseguito ai funerali dei due presidenti americani Roosevelt e Kennedy. Ma la sua più grande fama la deve al fatto che il brano è stato scelto dal regista Oliver Stone per la colonna sonora del film Platoon. Nel 1968 poi Barber trascrisse ancora il brano per coro ad otto voci, con il testo dell'Agnus Dei.
Nel suo nuovo Dizionario della Musica da Camera, Arthur Cohn dà la seguente descrizione del movimento: “The Molto adagio is liturgical in sound, with chordal placements enriching a seventeen-note, monorythmic-static theme that is ever repeated (eight times); thrice it its extended to eighteen successive sounds (some shortened), and three times to twenty-one. That hardly seems adequate to describe the grief-stricken timelessness of the Adagio as it slowly pushes the strings to their highest ranges.” Molto interessanti sono le parole dello stesso Barber: “I have always believed that I need a circumference of silence. As to what happens when I compose, I really haven’t the faintest idea.” Barber fu spesso criticato per l’uso di un linguaggio musicale tradizionale, in risposta a queste critiche sul suo stile neo-romantico egli scrisse: “I write what I feel. I’m not a self-conscious composer. . . . It is said that I have no style at all, but that doesn’t matter. I just go on doing, as they say, my thing. I believe this takes a certain courage.” 






lunedì 23 marzo 2009

Black is the color

Oggi voglio mettere a confronto alcune esecuzione della folk song "Black is the color":


 Cathy Berberian nella elaborazione fatta da Luciano Berio:




Una splendida elaborazione a cappella del quartetto vocale Hi-Lo fra gli anni 50 e 60:




l'intensa interpretazione di Joan Baez:




una interessante elaborazione per coro femminile:

venerdì 13 marzo 2009

Missa Eclectica


Venerdì 20 marzo ’09, alle ore 21, presso il Centro Asteria (Piazza Carrara 17.1, Milano), il Coro da Camera Eclectica di Bologna eseguirà in prima assoluta la Missa Eclectica. Al progetto hanno partecipato dodici giovani compositori italiani (Caterina Centofante, Rocco De Cia, Cristian Gentilini, Paolo Ingrosso, Claudio Napolitano, Michele Napolitano, Caterina Pulito, Cristina Roffi, Giacomo Saccu, Raffaele Sargenti, Rossella Spinosa e Daniele Venturi) ognuno scrivendo una delle singole diverse parti della messa ispirandosi ai canti gregoriani del proprium della festa di S. Cecilia e a quelli dell’ordinarium della messa VII (Jesu Rex Splendens).

Inserito nel Festival di musica classica contemporanea e sperimentale “Milano: Cinque Giornate per la Nuova Musica”, il concerto - ad ingresso gratuito - sarà preceduto (ore 20) da un incontro con i compositori coordinato da Cristian Gentilini e Michele Napolitano, direttori dell’ensemble, in cui verrà illustrata l’idea costitutiva della messa e alcune delle tecniche utilizzate nei brani. 

Il festival, che si svolgerà dal 18 al 22 marzo ’09, è promosso dall’Associazione TEMA – Centro Musica Contemporanea, con la dir. artistica di Alessandro Calcagnile e Rossella Spinosa, e gode del patrocinio della Regione Lombardia - Culture, Identità e Autonomie della Lombardia.