La crescente egemonia nazista, negli anni trenta finì con l’indicare anche nella persona di H. un intellettuale degenerato, nemico del popolo e corruttore della musica tedesca. Nel 37, costretto ad abbandonare l’insegnamento alla Musikhochschule berlinese, si stabilì temporaneamente in Svizzera. Nel 1938 gli fu chiesto di scrivere una composizione per la corale folkloristica “Chanson Valaisanne” di Georges Haenni. H. scelse per questa commissione alcune poesie di Rainer Maria Rilke (1875-1926), nelle quali il poeta tedesco ispirandosi dalla campagna del Vallese, scrisse il suo personale inno alla natura in francese; il suo linguaggio è permeato di atmosfere simbolistiche, in cui la descrizione di animali, cose o stagioni sono in realtà una proiezione di dimensioni e stati d’animo interiori. Questa raccolta, da H. intitolata Six Chansons, fu terminata nel 1939. Di lì a poco, in seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale H. lasciò l’Europa per gli Stati Uniti. Risale anche alla fine degli anni trenta la pubblicazione del trattato, iniziato nel 1927, Unterweisung im Tonsatz (Regola del comporre, 2 volumi, 1937-1939) pietra miliare della storia della teoria musicale. In esso viene affermato il concetto di Grundton (suono fondamentale) come cardine generatore di tutta la costruzione melodica, armonica e contrappuntistica. In esso egli tenta una dimostrazione scientifica delle tendenze naturali della tonalità come leggi fisiche e fisiologiche connaturate nell'uomo. Questo trattato fece molto scalpore perché voleva essere, tra l'altro, una contrapposizione polemica alle teorie di A. Schönberg sulla pantonalità (atonalità) e sul metodo dodecafonico, ma non ebbe conseguenze. Proprio nelle Six Chansons possiamo vedere un chiaro esempio del particolare linguaggio stilistico di H. fondato sul concetto di Grundton. Forse fu anche per andare incontro alle esigenze del committente: una formazione corale che oggi potremmo definire d’ispirazione popolare e che si può immaginare fosse di tipo amatoriale, che la scrittura musicale non si fa mai impervia come in altre sue opere, prima fra tutte la Messa (1963). Possiamo dire che le Six Chansons sono un vero trattato di tecnica corale, un raro esempio di composizioni concepite quasi come degli “studi”, ma al tempo stesso veri e propri brani da concerto. Il coro che affronta lo studio di questo caposaldo della letteratura corale del 900, trova un importantissimo percorso didattico, adatto ad affrontare i problemi inerenti l’intonazione degli intervalli melodici ed armonici, l’equilibrio dei settori, le varie possibilità timbriche e dinamiche.
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